Intervista di Roberto Plevano - Arte Incontro edizioni Bocca
Che cosa è l'arte per te?
L'arte è la libertà di essere.
Quando è iniziata la tua vicenda artistica?
Sono nata in una famiglia di artisti,mio padre Ercole Priori è
scultore come era suo zio Alceo Dossena.
Ho sempre disegnato, dipinto, modellato, ho esposto la prima volta
in una personale a Cremona da
piccolissima, e non posso immaginare la vita senza la creatività.
In quale periodo hai tenuto le prime esposizioni?
Negli anni 70, dopo due anni all'Accademia di Brera con Alik Cavaliere,
ho partecipato a numerosissime
collettive, e personali. Ho continuato a lavorare, con un lungo
periodo senza esposizioni negli anni 80,
per poi rituffarmi nel piacere del confronto artistico negli anni
90.
Quale è stato il tuo itinerario di pittrice?
Il primo periodo era figurativo, con uno sguardo a Becon e a Moore;
dopo ho sperimentato vari linguaggi
e poi la crisi degli anni 80, mi ha portato a cammini spirituali,
a provare varie forme di meditazione e di
percorsi autoanalitici, quali la psicosintesi di Assaggioli, e l'induzione
visiva di Milton Erickson; mi sono
occupata di psicologia del segno e del colore, di Arte-terapia,
di cromoterapia, per approfondire ricerche
legate alle energie dei colori e dei flussi planetari. Solo dopo
sono approdata ad una espressione astratta,
aperta a sperimentazioni concettuali con un occhio attento allo
spiritualismo di Kandinskij, al simbolismo,
al surrealismo, all'arte povera, al minimalismo, ma soprattutto
al trionfo del colore di Rothko e di Gerhard
Richter.

Perché la pittura astratta ?
Faccio fatica a dar una definizione a ciò che faccio: ciò
che cerco di esprimere sono tracce di emozioni,
pensieri, meditazioni, ricordi, oserei dire paesaggi interiori,
quindi esprimo la mia realtà personale.
Mi piace far interagire la poesia del colore su carte delicate e
pregiate, con la durezza di strutture in ferro, un incontro tra
pittura e tridimensionalità, tra la sensibilità del
gesto cromatico e la forza del metallo, (- Venere e Marte: femminile
e maschile;) tra la delicatezza di un sogno sulla carta e la durezza
di un contesto-struttura quale metafora del quotidiano. Essermi
liberata dalla figurazione, mi dà una grande libertà
inventiva, mi dà la possibilità di vivere l'arte come
rito sciamanico, cercando oltre, usando la forza guaritrice del
colore, aprendo porte interiori misteriose, innescando energie trasformative.
Quale idea conduce alla tua odierna pittura?
È il desiderio di vedere oltre,: l'esperienza di meditazione
buddista mi ha spinto in questi ultimi anni a cercare di vedere
al di là dell'apparenza delle cose. Spesso i soggetti -pretesto
sono porte, finestre, video, raggi luminosi, vortici di energia,mandala,
scale interiori: tutti elementi del guardare o del percepire: guardare
dentro di sè.

Cosa è per te l'opera d'arte?
L'opera è uno spazio sacro dove si incontra l'intenzione
di chi fa arte e chi guarda: e mi auguro che chi osserva un opera
in genere, non solo le mie, non si accontenti più solo della
dimensione estetica, compositiva, del rigore linguistico di appartenenza
a questa o a quella corrente artistica, ma si inoltri in una percezione
più profonda, che va al di là dell'opera in sé.
Mi auguro che chi osserva, ricerchi un vero incontro empatico, un
ricreare insieme con l'artista un contatto magico, un'emozione,
una comunicazione sottile, più interiore, più spirituale,
analogica, un ritrovarsi in una dimensione oltre i ruoli, oltre
l'ego, oltre le situazioni, oltre la razionalità
Cosa ti ha dato e cosa ti ha insegnato l'arte?
Mi ha dato la libertà, la possibilità di sperimentare
mondi interiori e segreti, dove rifugiarmi dal frastuono del nulla,
alla ricerca dell'assoluto. Mi ha dato la possibilità di
essere primitivo e uomo del terzo millennio nello stesso tempo,
di essere bambina e anima antica, di rivivere tracce di vite precedenti,
di volare nel tempo e nello spazio, di sfidare la creatività
della natura e sentirmi per un attimo Creatore, per ritornare
subito dopo con i piedi per terra, relativizzando l'enfasi e l'entusiasmo
della pazza euforia del fare arte. Ma soprattutto mi ha dato gioia.
Un artista è poi un "canale", un canale emotivo,
spirituale, sociale, storico.